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KWS, 50 anni di storia ed esperienza al servizio dell’agricoltura

 

 

 

Grandi festeggiamenti per KWS ITALIA che quest’anno compie 50 anni. Il gruppo si è distinto nello scenario mondiale per la qualità delle specie e per l’attività di ricerca continua. Leader mondiale nella barbabietola da zucchero e nel mais in Europa nel segmento dei trinciati, detiene il primato di avere l’ibrido di mais più seminato in Europa (RONALDINIO) e si conferma ai vertici anche nei cereali a paglia quali la segale ibrida, il grano tenero, l’orzo e il triticale.

  Nella ricerca investe il 15% del fatturato con più di 1000 addetti. 25 filiali in tutto il mondo, in Italia è presente dal 1961 con un team di  72 dipendenti ed oltre 200 stagionali. Oggi più di 15.000 agricoltori si relazionano con KWS ITALIA, sia come clienti che come produttori di sementi. KWS è’ molto Impegnata nelle colture energetiche, che rappresentano il 15% delle vendite, principalmente in Germania, USA ed Italia.  E’ su questo fronte che ha festeggiato il cinquantesimo, con una giornata di dibattiti aventi come tema dominante: Colture energetiche, biogas: quale futuro in Italia? 

 Diversi gli aspetti presi in considerazione: la domanda mondiale dell’energia rinnovabile, l’impatto economico e sociale del biogas in Italia, aspetti agronomici e performance delle colture da biogas, il tutto seguito da una tavola rotonda sugli aspetti tecnici, economici e politici delle colture sostenibili. Andreas Von Felde, Responsabile settore colture energetiche del gruppo KWS ha fatto una panoramica dello scenario mondiale da cui emerge una crescita nel settore delle rinnovabili, seppure con un rallentamento del trend dovuto alla crisi economica in atto. In Europa, entro il 2020 è stata fissata la percentuale degli investimenti sulle rinnovabili pari al 20%. L’Italia è ben lontana da questo obiettivo a differenza della Svezia che addirittura l’ha superata. “Le politiche dei Paesi – ha detto Von Felde – dovranno essere incentivanti se si vogliono raggiungere dei risultati. Si dovrebbe lavorare sull‘efficienza del settore del biogas affinché venga reso più competitivo e la coltivazione di colture energetiche può essere migliorata praticando un‘appropriata rotazione delle colture.

Le risorse naturali sono in esaurimento, si prevede che il gas naturale nel 2025 sarà presente solo in Russia. Il biogas può rappresentare una risorsa molto preziosa ed in Italia esiste un grande potenziale per lo sviluppo che potrebbe raggiungere percentuali di produzione ben al di sopra di quelle fissate”. E quale sarà l’impatto economico e sociale del biogas in Italia? Angelo Frascarelli, Dipartimento di Scienze Economiche Estimative e degli Alimenti, della Facoltà di Agraria di Perugia, ha fatto un quadro molto chiaro in relazione all’evoluzione dei mercati e della nuova PAC. La Commissione Europea  indica tre grandi sfide per il futuro: economiche, ambientali e territoriali. La sfida economica e la produzione di cibo, sono legate alla sicurezza alimentare, alla variabilità dei prezzi e alla crisi economica. La sfida Ambientale, correlata alla gestione delle risorse naturali e quindi a tutto ciò che riguarda le emissioni dei gas serra, al degrado dei terreni, alla qualità dell’acqua e dell’aria, all’habitat ed alla biodiversità. La sfida territoriale comporta invece lo sviluppo del territorio che non può prescindere dalla vitalità delle zone rurali e dalla diversità dell’agricoltura nei Paesi dell’UE. 

“La produzione di biogas ha un’elevata redditività, - ha sottolineato Frascarelli - incentiva lo sviluppo di nuovi impianti e provoca un riassetto dell’ordinamento produttivo aziendale e del territorio circostante. Questo può portare però al rischio del sovradimensionamento degli impianti rispetto alle potenzialità del territorio. Di qui, la necessità di procedere con analisi e studi d’area, cioè mirati alla valutazione dell’impatto della filiera del biogas su uno specifico territorio. Una crescita incontrollata degli impianti a biogas in aree agricole sensibili (con presenza di importanti filiere agroalimentari), provoca ripercussioni e conflitti sull’uso della terra. Occorre programmare e definire uno sviluppo sostenibile degli impianti a biogas”.

 Tutti concordi sulla raggiunta di una certa affidabilità tecnologica degli impianti a biogas, ora il comparto si sta concentrando nella ricerca dell’efficienza e senza dubbio un ruolo significativo potrà essere giocato dalle coltivazioni sia in termini di attitudine alla fermentazione, sia di ottimale sfruttamento delle superfici, grazie ad adeguate coltivazioni e rotazioni.Interessanti risultati in tal senso sono stati ottenuti dalle prove condotte da Rodolfo Santilocchi dell’Università Politecnica delle Marche che collabora con la sezione ricerca KWS da diversi anni, una sinergia pubblico-privato, strategica per  le soluzioni territoriali.  L’efficienza complessiva degli impianti sarà sempre più importante, nonostante la redditività attualmente garantita dal biogas sia considerevole.