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Palazzo Morando - Milano: 6 giugno -1 settembre 2013 Patrizia Mussa " Le Temple du Soleil"

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Da un grande progetto architettonico in Camargue  una grande mostra fotografica di Patrizia Mussa! Dal 6 giugno al 1 settembre 2013  a Palazzo Morando a Milano in via Sant'Andrea 6, " la mostra  Le Temple du Soleil "  in collaborazione con Comune di Milano-Cultura e La Grande Motte, sulla “Ville Nouvelle”, la città nuova progettata dal nulla dall’architetto Jean Balladur all’inizio degli anni Sessanta in Francia nei pressi di Montpellier

Sulle rive del Mediterraneo, nei pressi di Montpellier, l’architetto e urbanista Jean Balladur (1924-2002) inventa una città balneare anni Sessanta la cui modernità è incarnata da forme piramidali che evocano il culto millenario del sole nato in Mesopotamia, in Egitto e nell’America précolombiana. Si tratta di uno dei tanti paradossi di questa stazione balneare  preferita dai Francesi, in Camargue,   interamente costruita dal nulla , nata dalle sabbie e dalle paludi, in un sito improbabile ed ostile. Immaginata nel 1963 e realizzata su un periodo di trent’anni, La Grande Motte celebrerà, nel 2014, il suo cinquantesimo anniversario e un costante successo dovuto all'audiacia della sua struttura architettonica adattata perfettamente agli atout della stazione balneare:7 km di spiagge di sabbia fine, un porticciolo da 1500 posti-barca, alberghi di ottimo livello, un golf internazionale progettato dall’americano Robert Trent Jones, numero uno mondiale dei progettatori di « green », , un casino’ Il Pasino’, progettato secondo il modello dei Casino’ di Las Vegas,  una combinazione unica e magica di giochi, divertimenti ed eventi! con i suoi 7000 m2 di svaghi in un complesso assolutamente unico. La Grande-Motte è governata da quattro principi di urbanistica:

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Contenere l’automobile - Il «parkway»,collegato all’autostrada, la quale collega, a sua volta, tra di loro tutte le stazioni del litorale, costituisce la «direttrice principale » intorno alla quale si svolge il piano urbanistico della Grande-Motte. E’ « stata sistemata al limite della zona battuta dagli spruzzi salati del mare. A nord di questa direttrice, il microclima naturale attira le ville e i relativi giardini; a sud, il fitto tessuto urbano e le piramidi consentono agli alberi di crescere al riparo dagli edifici. » Nel centro della città, la circolazione delle automobili si volge all’interno di una rete regolare di strade, con il tradizionale lungomare , spazio privilegiato ai pedoni. La città è direttamente collegata alla spiaggia.

Differenziare i quartieri - dalle  varie forme, si dipanano partendo dal porto, la cui forma e il cui orientamento sono stati calcolati secondo i venti e le correnti dominanti, in modo da ridurre al minimo lo spazio di virata delle imbarcazioni ancorate nel porto, indipendentemente dal vento . Ad est, si trova il quartiere delle piramidi, il cui orientamento ha seguito tale inclinazione ; ad ovest, le curve voluttuose delle Conques de Vénus [Conche di Venere]. A nord del porto, la Grande piramide serve da trait d’union tra levante e occidente. In periferia, il quartiere residenziale con le sue palazzine, il golf e il pioppeto con il campeggio completano lo schema

Alternare volumi e spazi vuoti - allo scopo di proteggere le piante per trasformare in un’oasi di pace e di freschezza questa zona alquanto inospitale, Balladur adotta una composizione di tipo volumetrico. Taglia o scolpisce le forme in volumi vari e contrastanti, ma, in nome del principio di dualità al quale tiene particolarmente, l’architetto dà altrettanta importanza al vuoto e al volume. « Contrariamente a quento si pensa comunemente » aggiunge Balladur, il vuoto è la materia prima dell’architettura. 

Edificare una città verde  - La Grande-Motte è una città verde!. Questa espressione appartiene al vocabolario della modernità. Già nel 1935, Le Corbusier aveva immaginato il concetto di Ville Radieuse, in cui la densificazione degli edifici in senso verticale consentiva di liberare l’85% di spazio, al suolo, per coprirlo di vegetazione. Questi principi non sono mai stati applicati. Alla Grande-Motte, il verde occupa, tuttavia, un terzo della superficie della città, ovvero 130 ettari. 

Ricca di un’architettura eccezionale, La Grand-Motte è anche lo scrigno prezioso che contiene numerose sculture urbane perfettamente integrate nelle opere di Balladur e dei suoi colleghi.L’architetto fece appello ad alcuni suoi amici scultori, incontrati su precedenti cantieri di costruzione di edifici scolastici. Michèle Goalard, Albert Marchais, Joséphine Chevry, Yves Loyer, Sélim Turam firmano sculture monumentali, fontane, atrezzature per i bambini, docce sulla spiaggia, che arricchiscono lo spazio pubblico rispondendo alle forme, talvolta enigmatiche, degli elementi delle modanature delle facciate della Grande-Motte. L’architettura, la vegetazione, la scultura, e persino gli arredi urbani – illuminazione, semafori, gabinetti pubblici, locali per la spazzatura, rivestimenri dei trasformatori elettrici, pavimentazione, marciapiedi – tutto è stato pensato e progettato per costruire un’opera d’arte totale.

Quando scopre La Grande Motte, Patrizia Mussa viene letteralmente soggiogata da questa città, costruita dall’architetto Jean Balladur. Ne percepisce immediatamente  l’incredibile plasticità e decide di ritornarvi al più presto per fotografare questo luogo dedicato al sole e alle vacanze. Nasce, da questo incontro, la mostra « Le Temple du Soleil » che mette in risalto le linee e le curve della città immaginata da Jean Balladur. www.letempledusoleil.it   www.patriziamussa.it   www.rendezvousenfrance.com