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RE-M MANTEGNA | Accademia Carrara a Bergamo

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Maggio 2019 - Un museo, una mostra. Accademia Carrara conferma la natura di museo vivo, capace di rileggere e valorizzare l’unicità della propria collezione, coinvolgendo il pubblico. Nel nome di Andrea Mantegna, viene riaccolta ed esposta per la prima volta in modo permanente, Resurrezione di Cristo, dopo la straordinaria riattribuzione di maggio 2018, il restauro e il tour internazionale. RE-M MANTEGNA: un viaggio lungo più di 500 anni, dal 1492 a oggi, dalla meraviglia della pittura antica all’innovazione della multimedialità. Un viaggio tra passato, presente e futuro. Da fine aprile a fine luglio 2019 a Bergamo: un’esperienza multimediale e, insieme, un percorso espositivo nelle sale che, grazie a un allestimento ad hoc, offre al pubblico una passeggiata storica e artistica che culmina con l’opera di Andrea Mantegna (1431-1506) creduta per secoli una copia.

Un avvio sorprendente con MANTEGNA EXPERIENCE, all’interno dei nuovi spazi della Barchessa, aperti in occasione di questo appuntamento, grazie alla tecnologia Epson e alla ricerca multimediale di Museyoum. Un’esperienza affascinante, la tecnologia a servizio dell’arte e dell’emozione. La Resurrezione di Mantegna, la sua storia, la scoperta, l’eco internazionale, il tour all’estero, in una narrazione evoluta e tecnologicamente avanzata. La mostra prosegue poi all’interno delle sale del museo con un nuovo disegno espositivo che evidenzia alcuni capolavori, conducendo il visitatore attraverso un itinerario nei secoli della pittura, tra i segreti dei grandi maestri, come Jacopo e Giovanni Bellini, approfondendo aspetti di storia e di arte intorno a Mantegna.

RE-M MANTEGNA analizza inoltre alcuni aspetti, anche grazie a numerosi materiali didattici, legati al collezionismo, con una sala dedicata a Guglielmo Lochis donatore del Mantegna, alle tecniche di restauro e alle alterne vicende di alcune opere, erroneamente attribuite o mutile o disperse, di cui la Resurrezione e la sua recente vicenda è un perfetto esempio.

MANTEGNA EXPERIENCE La storia di un dipinto, l’attenzione ai dettagli, l’alterna vicenda critica, dalla sfortuna alla “riscoperta” grazie agli studi di Giovanni Valagussa, conservatore di Accademia Carrara. La piccola croce che unisce due tavole: Resurrezione di Cristo con Discesa al Limbo. E poi l’eco mondiale, i commenti, le prime pagine dei giornali, il restauro, il tour internazionale tra Londra e Berlino e il ritorno a casa. Un’esperienza straordinaria sviluppata grazie alla tecnologia Epson e alla ricerca multimediale di Museyoum.

PERCORSO SALE

intorno a Mantegna Il pubblico viene accompagnato, all’interno delle sale del museo, a scoprire e approfondire il contesto storico e artistico di Andrea Mantegna.

gli altri “Mantegna” Lochis: l’ottimismo di un collezionista

Jacopo Bellini: un suocero poco ingombrante

gli altri Mantegna dell’Accademia Carrara

Da San Alessio (1458-1460) e San Gerolamo (1458-1460) di Schiavone (1436 circa-1504), creduti dal loro collezionista Guglielmo Lochis “altri Mantegna”; alla Madonna col Bambino (1440 circa) di Jacopo Bellini (1395 circa-1470/1471), suocero del maestro padovano, esempio di pittura precedente; fino ad arrivare a due capolavori di Mantegna di periodi diversi, dalla prima giovinezza con San Bernardino (1450 circa) alla piena maturità della Madonna col Bambino (1485-90 circa). (sala 1 AC) 2

il grande cognato di Mantegna Giovanni Bellini

Cognato e collega, Giovanni Bellini (1430 circa – 1516) è presente all’interno del percorso con tre opere di periodi differenti, a dimostrazione del colore, della luce, della dolcezza della pittura veneziana di fine Quattrocento e di quanto il dialogo con Andrea Mantegna (che nel 1453 sposa la sorella Nicolosia) sia stato denso e frequente negli anni Cinquanta, trovando in seguito strade differenti. In mostra: Cristo passo tra Maria e Giovanni (1455 circa), Madonna con il Bambino (coll. Lochis, 1440 circa) e Madonna con il Bambino (coll. Morelli, 1487 circa). (sala 2 AC)

Guglielmo Lochis regala un Mantegna

È Giovanni Carnovali detto Piccio (1804 – 1873) a restituirci il volto del collezionista dei Mantegna e di molto altro, con il Ritratto del conte Guglielmo Lochis (1835); la sala racconta la storia della collezione del nobile ottocentesco, tra i grandi donatori di Accademia Carrara. (sala 3 AC)

misteri da scoprire, pezzi da ricomporre

Alcuni dipinti propongo riflessioni sulla ricerca e ricostruzione di opere frammentate o perdute o presunte tali. La ricerca e lo studio possono portare a scoperte e meraviglie, ricostruendo capolavori dell’arte la cui storia, o parte di essa, si è persa tra viaggi, passaggi, proprietari, vicende non sempre fortunate di conservazione. Ne è dimostrazione l’attribuzione ad Andrea Mantegna della Resurrezione, felice conclusione di una di queste vicende, ma molte opere attendono di essere riscoperte, ricomposte, ritrovate: questa la sfida degli studiosi. Percorsi a tratti accidentati, seppur resi oggi meno impervi grazie a moderne tecniche di ricerca, diagnostica, tecnologia e comunicazione. In quest’ottica il percorso espositivo, all’interno delle sale del museo bergamasco, pone l’attenzione del pubblico a favore di due dipinti: Caino uccide Abele (1510-1515) di Mariotto Albertinelli (1474-1515) mancante di un pezzo nella parte superiore, oggi nella collezione americana di Fogg Art Museum - Harvard University, Cambridge, Massachusetts, e gli Episodi della storia di Griselda di Francesco di Stefano detto il Pesellino, oggi divisi in due pezzi ma originariamente parte di un’unica tavola. (sala 4 AC)

la scoperta dell’opera, il restauro, il tour mondiale

Il restauro della tavola di Mantegna, preceduto da una vasta campagna di diagnostica alla quale hanno contribuito diversi istituti di ricerca, è durato sei mesi ed è avvenuto all’interno del percorso museale. In un box vetrato allestito in una sala, i visitatori hanno avuto la possibilità di seguire in diretta ogni fase dell’intervento realizzato da Delfina Fagnani. I materiali di studio e le immagini tecniche verranno presentati in modo da illustrare l’assetto originale del dipinto, nelle dimensioni reali, con i chiodi e le traverse sul retro (ora mancanti), tutti elementi importanti ai fini della ricostruzione della sua storia. (sala 7 AC)

la Resurrezione

La tavola dipinta a tempera e oro è stata datata, grazie alla recente attribuzione, al 1492 circa. Il soggetto (e titolo) è la Resurrezione di Cristo, nel momento dell’uscita trionfante dal sepolcro con in mano un vessillo crociato, tra lo sconcerto dei cinque soldati che hanno espressioni di meraviglia. Di qualità molto interessante appare soprattutto la descrizione dello strapiombante paesaggio roccioso, che forma un altissimo sperone obliquo incombente dietro la figura di Cristo e un terrazzo sporgente in primo piano sorretto da una sorta di grandioso arco naturale, sopra il quale l’intera scena si svolge. In mostra l’opera è esposta in modo tale che il visitatore ne percepisca la fisicità e possa aver accesso anche al retro dove si legge, in alto al centro, la scritta Andrea Mantegna in una bella grafia capitale, tracciata a penna o con un sottile pennello. (sala 8 AC)

l’aspetto e l’assetto originari

Grazie alla tecnologia sarà possibile rievocare l’aspetto originario dell’opera, integrandola virtualmente con la parte sottostante Discesa al Limbo e la fascia a sinistra mancante, nota attraverso una copia antica conservata ai Musei Civici di Padova. Verranno infine illustrate le ipotesi sulla collocazione originaria dell’opera nel Castello di San Giorgio a Mantova e sarà proposto un mosaico di derivazioni antiche, a testimonianza della grande fortuna della composizione mantegnesca. (sala 9 AC) 3
 

RE-M MANTEGNA

25 aprile - 21 luglio 2019

a cura di Antonio Mazzotta e Giovanni Valagussa

catalogo/giornale Skira

tecnologia Epson

ricerca multimediale Museyoum

allestimento Mauro Piantelli - De8 Architetti

 Accademia Carrara Bergamo

piazza Giacomo Carrara, 82 Bergamo  www.lacarrara.it