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NUOVE TECNOLOGIE E NUOVE TERAPIE, MA NON PER TUTTI: LA SOI E LA DIFFICILE SITUAZIONE DELL'OCULISTICA ITALIANA

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Il prossimo Congresso nazionale SOI, in programma a Roma dal 21 al 24 novembre, sarà l'occasione per presentare a tutti gli operatori del mondo della visione le novità in campo chirurgico, frutto di un costante affinamento tecnologico. Ma spesso l'accesso alle cure migliori è limitato non solo dalla difficile situazione economica del nostro paese, ma anche da scelte di politica sanitaria penalizzanti per l'Oculistica, come testimoniano anche gli ultimi sviluppi del caso Avastin-Lucentis. Iniziamo oggi un approfondimento  con l'intervista  al  dott. Matteo Piovella Presidente SOI Direttore Medico - Centro Microchirurgia Ambulatoriale, Monza
Dott. Piovella, il Congresso nazionale della SOI è alle porte, dal 21 al 24 novembre 2014 a Roma , quali saranno i temi di quest'anno?
Il congresso SOI è la più grande opportunità di aggiornamento per tutti i medici oculisti italiani e, come di consueto, l'accento sarà posto sulla presentazione di tutte le novità in tema di chirurgia della cataratta, che rappresenta l'84 per cento del totale delle attività di un centro oculistico, pubblico o privato che sia. Ricordo che questo intervento ha ormai raggiunto standard elevatissimi in termini di percentuali di riuscita: circa il 97 per cento dei pazienti riesce a migliorare la vista che aveva prima dell'intervento. Si tratta di cifre di assoluta rilevanza nel campo della medicina, ma i progressi tecnologici continuano, garantendo una ripetitività e una sicurezza sempre maggiori in alcuni dei passaggi fondamentali che caratterizzano un intervento complesso che ancora oggi può esitare in complicazioni che penalizzano il risultato visivo . Si parlerà poi dei cristallini artificiali di nuova generazione: si tratta di lenti ad alta tecnologia, in grado di correggere tutti i difetti di vista,   che   vengono   applicate   sulla   base   del   parametri   misurati   prima   dell'intervento,   ciò   consente   un approccio terapeutico estremamente personalizzato: è un po' come andare dal sarto a farsi un abito su misura.
Inoltre verranno distribuite a tutti le Linee Guida per la chirurgia della cataratta,fonte di un lavoro intenso e ben finalizzato che ha impegnato gli esperti per oltre un anno.
Infine per la prima volta la proclamazione dei vincitori del Premio Applico in Oftalmologia, finalizzato a sostenere   nuove   idee   in   campo   oculistico   finalizzate   ad   applicazioni   industriali   che   si   aggiungerà   al tradizionale Premio Ricerca Scientifica SOI 
altE sul fronte della chirurgia rifrattiva?
Verranno presentati i nuovi laser per la chirurgia rifrattiva, tra cui i laser a femtosecondi, che rappresentano l'esito  ultimo  di  un  processo  tecnologico  iniziato  nel   1990:   siamo   quasi   al   traguardo   dei   25  anni   di esperienza. Anche in questo campo abbiamo raggiunto elevati livelli di affidabilità nell'attività di routine, e si tratta quindi di un continuo processo di affinamento, lento ma molto efficace. Anche nel caso del trattamento delle maculopatie, che colpiscono una persona su tre dopo i 70 anni, si registrano passi in avanti modesti ma comunque significativi, se si pensa che solo fino a qualche tempo fa non erano disponibili cure efficaci. Tutta un altra storia è l'impegno delle istituzioni per impedire un pratico e reale accesso alle cure da parte dei pazienti. Ma sono cose conosciute e che da tempo caratterizzano i giudizi negativi che all'estero si danno circa la nostra bella Italia.
Passiamo alle questioni spinose: molte delle novità tecnologiche, prime fra tutte i laser a femtosecondi per   la   chirurgia   della   cataratta   e   rifrattiva   e   le   lenti   di   nuova   generazione,   possono   trovare applicazione in un numero di casi limitato, per i ben noti problemi finanziari che affliggono il settore pubblico. Qual è la situazione attuale? 
La realtà che viviamo tutti i giorni è abbastanza paradossale: basti pensare che il rimborso per un intervento di cataratta è di circa 600 euro e che un cristallino di nuova generazione per la cataratta ne costa 700, con il risultato che questo tipo di tecnologie in Italia viene applicato nell'1 per cento circa dei 550.000 interventi annui, ovviamente escludendo gli ospedali pubblici ed il sistema sanitario nazionale. Analoghe percentuali si registrano con il laser a femtosecondi per la chirurgia della cataratta e rifrattiva Negli altri paesi avanzati siamo   arrivati a punte del 16 per cento: il rischio è quello di non riuscire più a competere con le altre nazioni. Mi rendo conto che ci sono delle difficoltà economiche oggettive, ma queste ormai esistono in tutti i Paesi. Il nostro sistema deve essere aggiornato perchè così finiremo con l'offrire una cura peggiore ai nostri pazientialt
Su questi temi la politica si è dimostrata sensibile a un confronto per trovare una soluzione?
Direi di no... in tanti anni sono cambiati i governi ma posso testimoniare che non c'è nessun interesse a sostenere l'oculistica nel nostro Paese. Ritorniamo per esempio al problema del costo dei cristallini di nuova generazione: la SOI ha proposto più volte di introdurre un meccanismo di compartecipazione della spesa. Ciò significa banalmente che se il paziente vuole il cristallino di nuova generazione, il Ssn rimborsa i famosi 600 euro e il paziente stesso si fa carico della differenza. Ciò consentirebbe a molti pazienti di accedere alla tecnologia più avanzata e agli oculisti di poter padroneggiare con sicurezza tutte le continue innovazioni. Sulle prime gli interlocutori politici accolgono con favore la proposta, riconoscendo che è una buona idea.Poi probabilmente vedono dai sondaggi che chi introducesse un simile principio nel Ssn perderebbe le elezioni politiche successive, e non se ne fa più nulla. Ma così facendo nessuno si assume la responsabilità di saper governare.
Veniamo al caso Avastin-Lucentis: la SOI ha avuto un ruolo da protagonista nella vicenda, assumendo ultimamente anche posizioni molto decise.A che punto siamo?
Siamo la punto che l'Italia, grazie alle norme burocratiche introdotte dall'AIFA, è l'unico paese al mondo che abbia reso l'uso di Avastin ancora più ristretto e complicato! Ma facciamo un passo indietro per dare qualche coordinata anche a chi non ha presente i dettagli della vicenda. Nel marzo del 2014, l'Antitrust ha sanzionato Roche e Novartis con l'accusa di essersi accordate affinché il farmaco anticancro Avastin (bevacizumab) non avesse   l'indicazione   al   trattamento   della   degenerazione   maculare,   su   cui   è   efficace,   riservando   l'uso oftalmologico alla molecola analoga e ben più cara Lucentis (ranibizumab). D'altra parte, l'equivalenza di Avastin e Lucentis sotto il profilo dell'efficacia e della sicurezza è stato ribadito da numerosi studi, l'ultimo dei quali è una revisione Cochrane 1 , uscita pochi giorni fa, condotta su nove studi non sponsorizzati, di cui tre  non  ancora   pubblicati.   Il   Consiglio  Superiore  di  Sanità,   non  poteva  che   ratificare  questi   risultati, chiedendo   all'AIFA,   nel   maggio   scorso,   di   inserire   Avastin   tra   i   farmaci   a   carico   del   Ssn   per   l'uso oftalmologico. Il 10 giugno scorso, la commissione Tecnico Scientifica dell'AIFA ha accolto la richiesta del Consiglio   superiore   di   Sanità 2   “per   l’utilizzo   del   farmaco   nell’indicazione   non   registrata”,   salvo   poi restringere la prescrizione alla sola degenerazione maculare senile... ma le maculopatie sono di tanti tipi diversi! Così un paziente affetto da degenerazione maculare che ha solo 50 anni, e non è un caso così raro, non ha accesso alla cura perché non raggiunge i limiti di età e deve pagare 2000 euro per fare un'iniezione che avrebbe diritto di avere gratuitamente.

E sembra di capire che ci siano anche altre limitazioni penalizzanti...

Certo: oltre a restringere le indicazioni terapeutiche, l'AIFA individua - e cito testualmente - una serie di “condizioni indispensabili a tutela della salute dei pazienti”. Una di queste è che “la somministrazione di bevacizumab per uso intravitreale dovrà essere riservata a centri oculistici ad alta specializzazione presso ospedali pubblici individuati dalle Regioni”. Non si  capisce che necessità ci  sia di un centro ad alta specializzazione quando una terapia intravitreale può essere gestita dalla maggior parte degli specialisti, dato che è molto più semplice di un intervento di cataratta. C'è poi un problema più tecnico che riguarda il dosaggio, poiché la confezione di Avastin contiene nello stesso flacone ben 40 dosi, e occorre quindi procedere a un frazionamento. Ma l'AIFA impone che “il confezionamento in monodose  del farmaco bevacizumab per l’uso intravitreale dovrà essere effettuato, per garantire non si sa cosa, esclusivamente dalle farmacie   ospedaliere  in   possesso  dei   requisiti  necessari”.   Peccato   che  in   Regione  Lombardia   nessuna Farmacia Ospedaliera è stata disponibile a frazionare Avastin. Anche questa è una norma assurda: l'unico criterio necessario era limitare il frazionamento a chi ha la tecnologia adatta e l'effettuazione delle iniezioni nelle condizioni sterili di una sala operatoria, come noi abbiamo fatto obbligando tutti i medici ioculisti italiani ad osservare le linee guida dedicate legandole alla copertura assicurativa.
E quali iniziative ha assunto la SOI nei confronti di questa decisione?
Proprio in questi giorni abbiamo fatto una richiesta al Ministro Lorenzin di poter aprire un tavolo i confronto con il Consiglio superiore di Sanità e con AIFA, perché queste persone devono essere messe di fronte alle loro responsabilità e devono dare delle risposte: sono 100.000, secondo i nostri calcoli, i pazienti che fanno le spese di questa situazione assurda.Giudizialmente abbiamo agito con un ricorso al TAR Lazio e ci siamo costituiti in appello al processo antitrust. Per noi è fondamentale che ci sia una assunzione di responsabilita per individuare chi a fatto cosa e perchè.
Bibliografia
1. Moja L,  Lucenteforte E, Kwag  KH et  al.  Systemic  safety of bevacizumab  versus ranibizumab  for
neovascular age-related macular degeneration. Cochrane Database of Systematic Reviews 2014, Issue 9. Art.
No.: CD011230. DOI: 10.1002/14651858.CD011230.pub2
http://www.cochrane.it/sites/cochrane.it/files/uploads/Sintesi      dati      preliminari      20RS   sicurezza   Lucentis
Avastin.pdf
degenerazione-maculare-senile-0