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Il monastero di Torba, Villa e Collezione Panza : luoghi da scoprire nel Varesotto grazie al FAI

altVarese - Nel piccolo comune di Gornate Olona, in Provincia di Varese, si trova il Monastero di Torba, un complesso di origini romane strettamente legato al Parco Archeologico di Castelseprio, importante sito romano il cui primo nucleo storico , assieme al monastero stesso, è entrato a far parte dei patrimoni dell'umanità UNESCO. Il complesso monastico di Torba sorse nel tardo Impero Romano con funzione difensiva e fu in seguito utilizzato da Goti, Bizantini e Longobardi. Proprio sotto il regno longobardo venne ad assumere la funzione civile e, in seguito, religiosa che mantenne fino all'epoca napoleonica. Il complesso di Torba e' formato da diversi elementi che testimoniano una grande ricchezza  di storia e arte; sull'edificio principale svetta una Torre di tre piani, eretta nel V secolo, probabilmente come residenza di dell'autorità civile-militare romana, mentre nel VIII secolo, con l’arrivo delle monache a Torba, venne aggiunto un quarto piano destinato a colombaia. All’interno, il primo e secondo piano, un tempo adibiti rispttivamente a sepolcro e oratorio ospitano rari e importanti affreschi dellVIII secolo.L'edificio che ospitava le celle delle religiose e le sale di riunione si apre sulla corte con un portico a tre arcate , tamponato in epoca contadina per ricavare nuovi locali di residenza, e recuperato dal FAI con i restauri nel 1977. 
 Per quanto riguarda la vicina Chiesa, essa venne edificata in fasi successive, a partire dal VII/VIII secolo. Il primo nucleo era probabilmente costituito da un’aula dotata di cripta, ma crollò presto a causa di problemi legati alle fondazioni.Al IX secolo è datata una successiva edificazione di minori dimensioni, ma munita di torre campanaria, anch’essa andata distrutta. La costruzione corrispondente all’ambiente attuale venne eretta nel XI secolo recuperando, in parte, le porzioni murarie originarie. 
Il complesso monastico si completò in un'ultima fase nel XII/XIII secolo, con la ricostruzione dell’abside e di parte dei muri perimetrali, attraverso tecniche e composizioni tipicamente romaniche. L’interno della chiesa, conserva ancora dei lacerti di affresco che, insieme ai numerosi frammenti rinvenuti nella cripta, permettono di distinguere due fasi decorative:  una altomedievale, e una risalente ai secoli XI e XII. alt

Alla fine del XV secolo le monache di Torba si trasferirono a Tradate, mantenendo la proprietà del convento e dei fondi, ma affidandoli a contadini affittuari. Questa conversione a fini rurali del monastero  modificò drasticamente il sito e la destinazione d’uso degli edifici: nella torre l’antico sepolcreto venne trasformato in una cucina, mentre all’esterno della costruzione venne ricavato un forno e l’oratorio, al piano superiore, fu interamente intonacato per assolvere la funzione di granaio e magazzino delle derrate. 
Il refettorio delle monache, che chiude il portico esterno destinato al riparo dei pellegrini, divenne invece l’abitazione dei massari. A partire dal XIX secolo, anche la chiesa perse la sua funzione originaria per essere trasformata in stalla. Con la soppressione napoleonica degli ordini religiosi il monastero perse definitivamente la sua funzione religiosa. Nel 1971 l'ultima famiglia contadina residente si spostò e il monastero subì diversi passaggi di proprietà, ma venne fondamentalmente lasciato a se stesso fino al 1977, anno in cui, grazie all’acquisizione del bene da parte di Giulia Maria Mozzoni Crespi e alla successiva donazione al FAI, si diede avvio al restauro di quello che era ormai diventato un viluppo di rovine.

A  30 minuti di macchina dal Monastero di Torba,immersa in uno splendido parco di 33,000 metri quadrati, Villa Menafoglio Litta Panza si affaccia sulla città di Varese dal colle di Biumo Superiore.La dimora venne edificata intorno alla metà del XVIII secolo su una preesistente "casa da nobile" per volere del marchese Paolo Antonio Menafoglio, vivace uomo di mondo e abile banchiere con interessi a Milano e a Modena. Lo schema a "U", tipico della dimora barocca, con il cortile rivolto verso gli spazi pubblici, venne rovesciato: la nuova Corte d'onore fu infatti orientata verso il parco anziché verso la facciata d'ingresso, privilegiando l'atmosfera d'intimità e isolamento propria delle cosiddette "ville di delizia". Dopo vari passaggi di proprietà seguiti alla morte del marchese (1769), nel 1823 la Villa venne acquistata dal duca Pompeo Litta Visconti Arese, discendente di uno dei più facoltosi e illustri casati milanesi e committente dei nuovi lavori affidati a Luigi Canonica, allievo del Piermarini e architetto di Stato in età napoleonica. All'illustre maestro si devono la costruzione di un nuovo Salone di rappresentanza, e la realizzazione dell'ala dei rustici, destinata alle scuderie e alle rimesse per le carrozze. Il parco venne ridisegnato "all'inglese" con vaste zone verdi e luoghi romantici come il laghetto e la collina con la grotta per laalt ghiacciaia, dominata dal tempietto classicheggiante. Dopo un periodo di abbandono, nel 1935, il complesso di Biumo fu acquistato dal milanese Ernesto Panza di Biumo, che diede inizio a un'importante opera di ristrutturazione, affidandone il progetto all'architetto Piero Portaluppi. Alla morte di Ernesto Panza, la Villa di Biumo passò ai suoi quattro figli: Giulia, Alessandro, Giuseppe e Maria Luisa. Tra questi, fu Giuseppe ad abitarla e ad amarla più degli altri, legando la Villa di Varese alla propria celeberrima collezione di arte contemporanea, oggi parzialmente distribuita tra i maggiori musei internazionali. Nel 1996 Giuseppe Panza decise di donare al FAI l'intera proprietà con l'intento di consegnare intatta ai posteri non solo la sua abitazione, ma anche il vasto patrimonio artistico in essa raccolto, scrigno europeo dell'arte  americana ancora oggi riconosciuta come una delle più alte testimonianze culturali della seconda metà del XX secolo. Il complesso, aperto al pubblico nel settembre del 2000 dopo un'impegnativa campagna di restauri, ospita anche mostre di livello internazionale.

Fin da giovane Giuseppe Panza manifestò un profondo interesse per la storia dell'arte. Nei primi anni cinquanta, trasferitosi dopo la laurea negli Stati Uniti, venne in contatto con gli esordi dell'espressionismo astratto, rimanendone fortemente colpito. Tornato in Italia, approfondì la conoscenza delle nuove tendenze europee e americane e cominciò ad acquistare le prime tele, orientando da subito la sua ricerca verso personalità artistiche ancora sconosciute al grande pubblico. L'ampio appartamento al primo piano si arricchì quindi di molte opere d'arte americana, creando reazioni controverse nei numerosi ospiti della casa.
Ben presto la collezione Panza iniziò a essere conosciuta nel mondo, divenendo meta di studiosi e appassionati, che resero omaggio alla lungimiranza e alla straordinaria sensibilità artistica del proprietario. Dopo aver occupato lo spazio disponibile del piano nobile, dalla fine degli anni sessanta Giuseppe Panza adattò gli ambienti delle scuderie e dei rustici per ospitare le installazioni d'arte ambientale dei californiani James Turrel, Maria Nordman e Robert Irwin. Alcuni di questi lavori - in prevalenza interventi sullo spazio e sulla luce che tendevano a creare nuove situazioni percettive - furono progettati e realizzati permanentemente per Biumo dagli stessi artisti fra il 1973 e il 1976.Ampiamente rappresentato in questa ala anche il newyorkese Dan Flavin, di cui la collezione Panza vanta la più grande concentrazione di opere perennemente esposte.alt
A partire dagli anni ottanta, è la volta di Phil Sims, David Simpson, Ruth Ann Fredenthal, Stuart Arends, Max Cole e altri ancora: artisti meno noti dei precedenti ma identificati da Panza come i possibili depositari dell'arte delle generazioni future. Nelle splendide sale dell'ala padronale i loro lavori sono mirabilmente accostati a mobili di alta epoca e a opere d'arte africana e precolombiana, altre passioni del collezionista milanese.

Presso Villa Panza è presente il Ristorante LUCE. Le pietanze sono preparate utilizzando le materie prime che arrivano dall'orto e dai frutteti della Villa, con un occhio di riguardo alla tradizione italiana e in particolare ai prodotti del territorio varesino. Da aprile a settembre Luce apre anche i suoi dehor: la serra, con tavoli da due in mezzo alle varietà di fiori, e i giardini.

Vi informiamo che fino all'8 dicembre 2014 e' in corso la mostra AISTHESIS All'origine delle sensazioni di Robert Irwin e James Turrell, un progetto espositivo di  19 lavori,proiezioni, istallazioni, opere site-specific e ambienti sensoriali:la celebrazione poetica dei due principali esponenti   mondiali dell'arte ambientale e della percezione, con lo scopo di portare alla luce la loro straordinaria opera di ricerca e la relazione istaurata con Giuseppe Panza di Biumo.per info  www.visitfai.it  www.aisthesis-fai.it