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Diario di viaggio: Il salento in autunno 1/2

 

Chi l’ha detto che il Salento è da vivere solo d’estate? Spenti i riflettori su spiagge e città d’arte prese d’assalto, l’autunno è il periodo più bello per godersi i borghi e scoprire i sapori e le tradizioni più autentiche. La Provincia di Brindisi, assessorato al marketing, guidato dall’assessore Pietro Mita (provincia.brindisi.it) e la rivista di turismo e cultura del Salento, Spiagge (spiaggepuglia.it), diretta da Carmen Mancarella, propongono proprio in questo periodo un pacchetto turistico sotto il segno della dieta mediterranea: olio, vino e mandorle, tra borghi e città d’arte, che offrono ai viaggiatori indimenticabili tappe golose ed emozioni. Partner dell'iniziativa una cordata di aziende private: il Porto turistico di Brindisi www.marinadibrindisi.it ,B&B Sant'Anna.    , il Castello di Oria www.castellodioria.it , la Masseria Sciaiani piccola di Villa Castelli www.sciaiani.it , i ristoranti Cibus di Ceglie Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. l'Oyster di Brindisi Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. e infine Giudamino Cantina di Mesagne Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. www.bbsantannaceglie.it ,Masseria.Casina.Vitale ww.masseriacasinavitale.it

 

ORIA:  UN CASTELLO CON L'ANIMA

Prima tappa quindi con un’accoglienza spettacolare al Castello di Oria, acquistato e gestito dai coniugi Romanin Caliandro e diretto dalla dottoressa Emauela Romanin, che lo ha aperto a meeting e cerimonie. Tra le torri sveve e le ali del castello cinquecentesco, l’accoglienza è straordinaria. Infatti la Compagnia d’Arme Friederici II ha anima il castello, inscenando in rigorosi abiti d’epoca la vita quotidiana ai tempi di Federico II: dai duelli alla preparazione delle armi fino alla rievocazione di una leggenda, secondo cui una ragazza si gettò dall’alto della torre, pur di non cedere alla volontà del principe (jus primae noctis). Deliziosa la musica del gruppo di musica medioevale Kalenda Maja. Federico II, il puer Apuliae, elesse il castello di Oria a sua dimora in attesa della sposa Jolanda di Brienne che avrebbe sposato nel Duomo di Brindisi nel 1227. Lì vi trascorse anche un periodo del “viaggio di nozze”, facendo ampliare il castello.

Sulla tavolata dell’abbondanza, poi hanno fatto bella mostra di sé i prodotti della Dieta mediterranea: i pomodori Regina del Parco naturale della Dune costiere di Ostuni, i carciofini della terra brindisina, le cipolline selvatiche (i lampagioni), la tipica pasta fatta in casa, i maccheroni conditi con la mollica di pane… il tonno di Torre Colimenta, confezionato artigianalmente dall’azienda Colimena. Ispiratore della tavolata era Vincenzo Corrado, il cuoco galante, che, originario di Oria, visse alla corte del re di Napoli, morendo centenario nel 1836, e che viene considerato il padre della cucina italiana e della dieta mediterranea. 

MESAGNE RITORNO AL FUTURO

Dal passato al futuro con una visita alla Cittadella della Ricerca di Mesagne, presieduta dall’avvocato Antonio Andreucci. Nel polo, che fa capo all’Università del Salento, avvengono le ricerche più all’avanguardia a livello mondiale. Tappa quindi al Cedad, il Centro di Documentazione e diagnostica, guidato dal professor Calcagnile. Un complesso sistema è in grado di datare i materiali, utilizzando particelle molto piccole. Così che le più grandi opere d’arte del mondo sono state esaminate qui come un frammento della Lupa capitolina o i resti mortali del Caravaggio. Attualmente il Cedad è sulle tracce della donna che ispirò il genio di Leonardo Da Vinci: la Gioconda. Presso l’Enea vengono eseguite invece ricerche per brevettare materiali biodegradabili. I ricercatori lavorano, come angeli custodi, in silenzio e nell’ombra per proteggere e migliorare la nostra vita quotidiana. “Il Salento”, commenta l’assessore Pietro Mita, “non è solo centri storici, mare e buona tavola, ma è un polo all’avanguardia anche nella ricerca”. Dal futuro, nel giro di appena due chilometri, si viene sbalzati al passato: un passato di duemila e cinquecento anni fa con Mesagne. Della sua antica storia si possono leggere le tracce nel Museo provinciale Granafei. Giocattolini di terracotta messapici, portafortuna, olle e vasi raccontano una civiltà evoluta e molto vicina a quella dell’antica Grecia, quella dei Messapi. Il museo è ospitato nella Torre Normanno sveva del Castello, il quale protegge il centro storico di Mesagne, dalla singolare pianta a forma di cuore. Passeggiando per le vie, lo sguardo si ferma su chiese barocche e conventi. Mesagne è infatti ricca di olio e vino e i monaci (ben sei ordini religiosi) l’avevano eletta alla loro dimora preferita. 

La copiosità della terra, ma anche la voglia di riscatto, ha dato vita a un’esperienza quanto mai positiva: i prodotti della terra coltivati da Libera l’associazione presieduta da don Ciotti, che, a livello nazionale, ha preso in gestione i terreni e i beni confiscati alla mafia. A Mesagne, la mafia aveva il nome di Sacra corona unita, un fenomeno che è proliferato negli anni ’90, ma che non mai è attecchito tra la società civile. Oggi Libera, su 55 ettari di terreno, produce vino, olio, ortaggi e offre tarallini e conserve di peperoni, melanzane, pomodorini. I prodotti di Libera, a chilometro zero, vengono serviti per una scelta etica nel ristorante Giudamino Cantina, dove gli chef prepareranno per voi la parmigiana di melanzane, tutti i tipi di verdura grigliati… gelati artigianali. Il tutto innaffiato dall’ottimo vino locale: Negroamaro e Malvasia nera che danno vita al meraviglioso Brindisi doc.

BRINDISI

Vissuta per anni e anni come una città di passaggio, dove sostare in attesa dell’imbarco per la Grecia, oggi Brindisi, città di mare e capoluogo di Provincia, va scoperta e rivalutata.Consigliamo di arrivare via mare dal Porto, esattamente come facevano i romani, tanti secoli fa. Dopo Roma, Brindisi, era la seconda capitale dell’Impero perché era la porta d’Oriente. Il suo porto, a forma di corna di cervo, che dà il nome alla città (Bronte significa in latino cervo) era considerato l’approdo più sicuro dai romani. Sembra infatti un lago. Imbarcandosi dal Porto turistico www.marinadibrindisi.it, realizzato dal Gruppo Igeco (www.igeco.net) a bordo della barca in legno Guadalupe, specializzata in pescaturismo, si arriva, dopo appena mezz’ora e costeggiando il castello Alfonsino, circondato dal mare, direttamente nel centro storico di Brindisi e si scende davanti alla scalinata dove terminava la via Appia: la scalinata virgiliana, nei pressi della quale c’è la casa dove, di ritorno dalla Grecia, morì il grande poeta romano, Publio Virgilio Marone, che aveva appena finito di leggere all’imperatore Augusto i versi dell’Eneide. Qui, dopo aver ammirato un panorama mozzafiato sul mare, ci si incammina verso il centro storico, uscendo in piazza Duomo. Sulla destra si trova il Museo archeologico provinciale Francesco Ribezzo, un libro aperto sulla storia della città e del suo territorio: dai reperti preistorici, fino ai Messapi e alla Brindisi imperiale: una città magnifica, ricca di ville, strade lastricate e adornate con statue di patrizi romani.  Passeggiando per il centro storico, tappa obbligata nell’atrio di Palazzo Nervegna, dove in un contesto suggestivo, si conserva il capitello di una delle due colonne romane che delimitava la via Appia (l’altra venne donata a Lecce e ne sostiene, nella piazza principale, la statua del Santo protettore: Sant’Oronzo). 

In una città di  mare non si può non scegliere un ristorante tipico di mare, capace di fornire una gastronomia di alto livello, per i palati più raffinati. E’ il ristorante Oyster al Porto turistico di Brindisi. Qui i fratelli Barretta con il loro socio, Giuseppe Baldacci, offrono le pietanze della migliore tradizione di mare brindisina, con la tradizione ellenica. Spiros, di origini greche, è il cuoco che si diletta a presentare ai suoi ospiti: riso nero con gamberetti, grano al vapore. Molto richiesta la ricetta dei Paccheri allo scorfano di scoglio. Anche qui le prelibate pietanze sono a chilometro zero: il pescato del mare brindisino arriva direttamente sulla tavola dei clienti.

 

FRANCAVILLA FONTANA

In un centro storico ricco di palazzi gentilizi e un castello, trasformato nel tempo in dimora gentilizia – Palazzo degli Imperiali – il tuor porosegue all’insegna della Dieta Mediterranea e di un prodotto tipico a base di mandorla: il confetto riccio di Francavilla Fontana. Mandorla ricoperta di zucchero. I Passiante, la cui bottega si trova nel centro storico, sono ancora oggi molto legati alla tradizione e sfornano anche prelibate cupete (torroni di mandorle e zucchero lavorati sul legno) e fichi secchi ripieni di mandorla all’aroma di limone.

Ma affascinanti sono anche le campagne di Francavilla perchè ricche di uliveti secolari e immense distese di vigneti. Ne è un esempio Villa Buontempo, un palazzo gentilizio di fino ‘800 che appartiene alla famiglia Carissimo. Era infatti la residenza estiva della famiglia, che si trasferiva dalla città, alla campagna per seguire i lavori estivi nell’immensa tenuta. Da più di mille ulivi secolari nasce l’olio extravergine di oliva dop Terra d’Otranto, Villa Buontempo, un olio fragrante nelle sue due varietà: delicato e deciso. Nella tenuta si coltivano anche ottimi asparagi (pronti per la raccolta in primavera), fichi d’india e uva da vino: negroamaro, primitivo e vitigni internazionali come Cabernet sauvignon e Montepulciano.In azienda, che sarà presto aperta per eventi e cerimonie, sarà possibile effettuare, su prenotazione visite guidate e degustare il meraviglioso olio dop.

Il nostro viaggio prosegue alla prossima puntata  con altre sorprese......