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Pomodoro sostenibile con Mutti e WWF

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Ogni processo produttivo, e quindi anche quello dei prodotti alimentari, necessita in tutte le sue fasi di risorse naturali, prima tra tutte l’acqua.La disponibilità di acqua dolce in natura è, come per tutte le risorse, limitata. Per prevenire e ridurre il rischio di esaurimento e inquinamento di questo bene primario, l’impatto che la produzione e il consumo quotidiano di prodotti ha su questa risorsa deve essere quindi misurato. 

Tale misurazione prende il nome di Impronta Idrica (Water footprint). Ogni attività di produzione o consumo di prodotti ha quindi una propria impronta idrica, perché tali attività incidono sull’acqua disponibile in natura e il suo inquinamento. L’impronta idrica si compone misurando 3 tipologie di acqua: acqua verde - volume di acqua piovana utilizzato dalle colture per crescere, acqua blu - volume di acqua superficiale e sotterranea prelevato per i processi agro-industriali, primo tra tutti l’irrigazione e infine acqua grigia - volume di acqua inquinato dai processi agro-industriali (uso di fertilizzanti e pesticidi). Il settore agricolo oggi utilizza circa il 70-80% dell’acqua dolce disponibile sul Pianeta. 

Mutti è tra le prime aziende nel mondo che definisce un impegno concreto e rendicontabile di riduzione della propria impronta idrica. Ciò perché la sua attività è fortemente legata all’agricoltura e al rispetto dei cicli della natura. L’obiettivo che Mutti si pone, in collaborazione con WWF, è la riduzione del 3% della propria impronta idrica: un risparmio annuale di acqua importante equivalente a: 400 piscine olimpioniche (1 piscina olimpionica contiene 2.500 metri cubi di acqua), oltre 6 Colossei pieni di acqua (superficie 3357m*altezza 48.5 m),circa 7 milioni di vasche da bagno (ogni vasca contiene circa 140 litri), e quantità di acqua necessaria per cucinare 1.250.000.000 di piatti di pasta. 

Per raggiungere questo obiettivo Mutti interviene principalmente nella fase di coltivazione del pomodoro perchè questa incide per oltre l’83% sull’impiego di acqua complessiva della propria filiera. Ciò è possibile perchè i prodotti Mutti nascono da una forte collaborazione tra l’azienda e oltre 200 agricoltori selezionati che coltivano pomodori principalmente nella zona tra Parma e Piacenza.  

Gli interventi di riduzione riguardano misure dirette relative al risparmio dell’acqua usata per l’irrigazione (acqua blu) e misure indirette come la riduzione della fertilizzazione (acqua grigia), introducendo tecnologie e procedure innovative. Per il successo del progetto di Mutti, che WWF considera un caso di eccellenza nel mondo, è indispensabile il coinvolgimento di tutta la filiera, che inizia dalla valorizzazione e sensibilizzazione delle parti agricole e si conclude con il gesto di chi sceglie la vera passione per il pomodoro sullo scaffale.

Mutti insieme al WWF ha inoltre calcolato l’Impronta di carbonio della propria attività produttiva, secondo il GHG protocol, il protocollo internazionale messo a punto dal World Resource Institute, per arrivare a una riduzione del 19% entro il 2015.L’Impronta di carbonio, carbon footprint, è lo strumento che permette di gestire, calcolare e migliorare le performance ambientali in termini di emissioni di gas climalteranti (espressi in termini di CO2 equivalente).La riduzione dell’impronta di CO2 di Mutti avverrà attraverso: Misure tecnologiche [45%], ovvero modifiche o ottimizzazioni sugli impianti esistenti, utilizzo di fonti rinnovabili [27%] ovvero installazione, sui tetti dello stabilimento di circa 10.000 mq, di un impianto fotovoltaico (prod. stimata circa 1.050.000 kWh/anno) e di un impianto a biomassa (prod. stimata circa 500.000 kWh/anno), Misure organizzative [28%], ovvero la definizione di procedure interne per la gestione dell’energia con relativa attribuzione di responsabilità.

L’obiettivo che Mutti si pone, in collaborazione con WWF, è la riduzione del 19% della propria impronta di carbonio: un risparmio importante equivalente a: 2.694 tonnellate di CO2 ,emissioni di 12.250 voli aerei da Milano a Londra.