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AGROFARMA: La Facoltà di AGRARIA un'attrazione per il futuro dei nostri giovani

Milano, 2 settembre 2011– Con l’arrivo dell’autunno è tempo per molti studenti di avviare un importante percorso per il loro futuro, quello universitario. Agrofarma - Associazione nazionale imprese agrofarmaci, che fa parte di Federchimica - è lieta di riscontrare, contrariamente a quanto si possa pensare, che i giovani di oggi dimostrano di credere sempre più nell’agricoltura come possibile sbocco professionale, tant’è che le facoltà di Agraria d’Italia hanno registrato lo scorso anno accademico un aumento vertiginoso delle iscrizioni, al Nord come al Sud.

Ma quali sono le migliori Facoltà di Agraria in Italia? Secondo la classificaCensis 2011, il primo posto spetta all’Università di Bologna, che si aggiudica per il secondo anno consecutivo questo riconoscimento. Al secondo posto troviamo invece la Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia, mentre al terzo si classifica l’Università di Modena e Reggio Emilia. Seguono le Università di Padova, della Tuscia, di Teramo, di Udine, di Sassari, di Torino e di Parma. La classifica vede quindi nelle prime dieci posizioni ben tre atenei dell’Emilia Romagna, una delle regioni italiane con la più alta vocazione e tradizione agricola.

Stando ai dati statistici diffusi da Almalaurea, invece, i laureati nelle facoltà di Agraria sono ancora in prevalenza maschi (66 per cento) e provengono soprattutto da studi tecnici o scientifici.

“In un periodo di forte crisi, l’agricoltura rappresenta uno sbocco professionale concreto per i giovani di oggi: basti pensare che circa il 54% dei laureati trova lavoro entro un anno dal titolo” dichiara Andrea Barella, Presidente di Agrofarma.

“Il settore degli agrofarmaci è un esempio di come l’agricoltura può dare, anche in tempo di crisi, delle concrete possibilità di lavoro ai giovani ricercatori italiani” – prosegue Barella – “nell’ultimo anno, infatti, circa l’80% delle Società aderenti ad Agrofarma ha svolto attività di R&D, investendo ben 48 mln di euro, pari al 6% del fatturato complessivo del comparto. Inoltre, nel nostro settore, circa il 14% del numero totale di addetti è dedicato alla ricerca, l’85% dei quali sono ricercatori a tempo pieno”.

L’aumento degli iscritti alla Facoltà di Agraria è un dato significativo, soprattutto se si considera il calo generalizzato delle matricole. Questo incremento è dovuto, oltre alle prospettive di lavoro, anche alla capacità degli atenei di offrire specializzazioni sempre nuove e di diversificare l’offerta formativa, ampliandola a settori come ad esempio la zootecnia e le biotecnologie.

“Secondo le stime di Confagricoltura, sono ben 29 mila i giovani attualmente impegnati nelle imprese delle nostre campagne - conclude Barella - Il professionista dell’agricoltura di oggi è molto diverso dallo stereotipo comune: è un conoscitore profondo della natura e delle sue dinamiche ed è fortemente orientato all’innovazione e all’internazionalizzazione. Ci auspichiamo che l’interesse dei giovani per le professioni legate al settore agrario possa continuare a crescere come l’ultimo anno e auguro alle nuove matricole che il loro percorso sia ricco di soddisfazioni”.